23 Marzo 2020
Nuova stretta del governo per fermare l’epidemia: il decreto potrebbe essere varato già lunedì. Ordinanza dell’Enac autorizza il «monitoraggio degli spostamenti» nelle aree urbane
Multe e sequestro delle auto o delle moto per chi non rispetta i divieti, droni per monitorare gli spostamenti dei cittadini. Nella lotta contro il contagio da coronavirus il governo vara norme più incisive per impedire alle persone di andare in giro «senza comprovati motivi». E lo fa con un decreto che potrebbe essere approvato già oggi dal consiglio dei ministri. Un provvedimento ritenuto necessario visto che i controlli effettuati in tutta Italia portano ogni giorno a migliaia di denunce, ma soprattutto dimostrano che il rischio di essere scoperti non rappresenta affatto un deterrente. Appare infatti assai difficile che, quando l’emergenza sarà finita, nei tribunali possano essere istruiti processi per la violazione dell’articolo 650 del codice penale e inflitte sanzioni da 206 euro. In Lombardia le multe sono già state previste con un’ordinanza del governatore Attilio Fontana. E dal governo è stato chiarito che le ordinanze regionali possono essere emesse «se non entrano in conflitto con quanto previsto dai decreti del presidente».
I positivi «tracciati»
Per monitorare chi è stato contagiato si pensa di utilizzare un’applicazione che i cittadini risultati positivi al tampone del Covid-19 dovrebbero scaricare sul proprio smartphone in modo da consentire alle autorità di verificare attraverso le reti telefoniche e wi-fi se siano entrati in contatto con altre persone che a loro volta sarebbero sottoposte a controllo. Le autorità assicurano che non ci sarebbe una «profilazione» — come invece sarebbe accaduto in Cina e Corea — ma su questo dovrà intervenire il garante della privacy che ha già elencato le modifiche necessarie all’attuale normativa. Su questo il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro è rassicurante: «La app servirà non solo per tracciare, ma anche per assistere e coniugherà i valori di democrazia e libertà con il distanziamento sociale».
Il monitoraggio
Ieri, con un’ordinanza emanata dall’Enac, sono ufficialmente entrati in funzione i droni per il «monitoraggio degli spostamenti dei cittadini». Nel documento è specificato che «le operazioni condotte con sistemi aeromobili a pilotaggio remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo inferiore a 25 kg, nella disponibilità dei Comandi di polizia locale, potranno essere condotte in deroga ai requisiti di registrazione e di identificazione». E si sottolinea che si potranno effettuare i controlli «anche su aree urbane dove vi è scarsa popolazione esposta al rischio di impatto». Per questo «fino al 3 aprile 2020 si possono usare i droni nelle aree prospicienti tutti gli aeroporti civili e identificate come “aree rosse”, ad una quota massima di 15 metri».
Multe da 2 mila euro
La multa potrà arrivare fino a 2.000 forse 3.000 euro, il mezzo potrà essere sequestrato o sottoposto a fermo amministrativo. Sono questi i dettagli da mettere a punto, ma sulla necessità di imporre una stretta per fermare chi va in giro non c’è alcun dubbio. Del resto i numeri del Viminale non sono affatto confortanti: dall’11 al 22 marzo sono stati controllati circa 2 milioni di cittadini e denunciati oltre 92mila. E questo nonostante ci siano migliaia di persone già contagiate e altre migliaia vittime del coronavirus. Anche per questo il Viminale ha emesso ieri un nuovo modulo per l’autocertificazione in cui bisogna specificare l’indirizzo da cui si parte e quello dove si arriva oltre a giustificare lo spostamento.
Fonte: Il Corriere della Sera – Cronache